...s'è perso il conto dei post negativi...
Anche a Catania con un tiro in porta s'è perso la partita. E poi quanti se ne sbaglia...
Peccato, ma a questo punto bisogna essere realisti: per andare in Europa (quella minore) bisogna vincere in coppa italia con l'inter...
Ma siccome siamo al giovedì, come vi avevo promesso, riapre la bacheca dei vaffanculo: mandateci un po' chi vi pare!
mercoledì 24 marzo 2010
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10 commenti:
Il mio primo VAFFANCULO va alla moglie di Frey, perchè da quando l'è andata via unnepiglia più una.
Il secondo va a TuttoSport per il titolo di ieri.
Il terzo va a Mascara
Il quarto va DeSilvestri per aver "perso" Mascara.
Ps: e siccome qui (non) si parla di politica, VAFFANCULO A SILVIO E A CHI LO VOTA!
VAFFANCULO ALLA SORTE CHE UN CI VUOLE BENE
VAFFANCULO ALLA PALLA DI IERI CHE UN VOLEVA ENTRARE NELLA PORTA DEL CATANIA
VAFFANCULO A CHI HA PARLATO DI CHAMPIONS LEAGUE DOPO DU VITTORIE
VAFFANCULO A MASCARA CHE C'HA ROTTO I COGLIONI
VAFFANCULO AI GOBBI DI MERDA DI TUTTOSPORT E AI GOBBI DI MERDA DI TUTTO I'MONDO
VAFFANCULO A BERLUSCONI E AL COMPLOTTO COMUNISTA DEL GOL DI BOJINOV AL 90ESIMO
VAFFANCULO A MARCELLO LIPPI (che ci sta sempre bene...)
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
la stagione non è finita...!
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in bocca
VAFFANCULO MASCARA
VAFFANCULO AI MIEI TITOLARI
VAFFANCULO SILVIO
VAFFANCULO A TUTTI I PARASSITI DEL MONDO
VAFFANCULO E BASTA
ECCO COSA SCRIVONO SU CALCIOMERCATO.COM:
Clamorosa uscita di Diego Della Valle, patron viola, sulla Gazzetta dello Sport di stamani: "Ora voglio chiarezza. Nell'uovo di Pasqua i tifosi si aspettano una letterina in cui Prandelli dice che non va alla Juve. Serve concentrazione certe partite non si devono perdere".
In pratica un ultimatum bello e buono che ha la funzione di stanare Prandelli e fargli capire una volta di più che lui sta con Corvino. In un altro passaggio dell'intervista di Luca Calamai, Della Valle spiega che non c'è bisogno dell'incontro chiarificatore che da tempo sollecita Prandelli prima di prendere la decisione finale: "Non capisco di cosa dovremmo parlare. Non ci sono novità, non faremo passi indietro anche se la Fiorentina non può competere per lo scudetto fino a quando non cambia il piano industriale con la nascita della Cittadella."
Ma vediamo di capirci qualcosa di più. Questa sorprendente (ma non troppo) intervista di Della Valle chiarisce una volta per tutte che il feeling con Prandelli è morto e sepolto. Della Valle ha sposato in toto la causa dell'autofinanziamento non avendo più intenzione di investire nella Fiorentina. Almeno fino alla nascita, chissà quando, della fantomatica Cittadella. In pratica Della Valle ha trovato la soluzione per non farsi ricattare dai tifosi e tenere la Fiorentina in stand-by magari in attesa di un compratore. In queste condizioni l'abilità mercantile di Pantaleo Corvino, ottimo venditore, gli è funzionale ben più delle ambizioni di Prandelli che da sempre insiste nel dire che a questa Fiorentina basta poco per fare il definitivo salto di qualità. Ma c'è dell'altro: Della Valle, in piena sintonia anche su questo con Corvino, mal sopporta che gran parte dei meriti dei successi degli ultimi cinque anni della Fiorentina vengano attribuiti principalmente all'operato del tecnico di Orzinuovi. Se non è pura gelosia, certamente Prandelli fa ombra a Corvino e Della Valle. In più Corvino spinge da tempo per una nuova soluzione tecnica (Giampaolo?) che possa sviluppare senza contrasti gli indirizzi che emergono dal mercato e cioè il lancio dei giovani e di quei giocatori che Corvino spesso ha acquistato e che Prandelli ha tenuto in disparte. Prandelli rivendica invece da anni la possibilità di poter influire maggiormente sulle filosofie di mercato e non solo. In pratica vorrebbe avere un rapporto più diretto con Della Valle. In una parola, Corvino e Prandelli hanno strategie, cultura e metodi di lavoro completamente diversi e solo i brillanti risultati di questi anni hanno tenuto unito il sodalizio che adesso Della Valle, con l'uscita di stamani, dimostra di voler rompere una volta per tutte.
Lo scenario che si profila non appare certo incoraggiante: Prandelli, tirato per la giacchetta dal Patron, a questo punto dirà no alla Juve (ammesso che questa l'abbia mai richiesto) sopratutto per rispetto alla gente di Firenze. Dichiarerà con ogni probabilità di voler restare alla Fiorentina dove continuerà a vivere da separato in casa: Della Valle e Corvino da una parte, lui dall'altra. Nel mezzo la squadra che fra l'altro si gioca la Coppa Italia tra due settimane nella semifinale di Coppa Italia contro l'Inter e l'accesso alla Europa League da qui a a maggio.
Alla fine a rimetterci saranno i tifosi con una Fiorentina tra stand-by e guerra fredda.
Io non vedo tutto questo "catastrofismo"!
Ha fatto bene DDV a chiedere una risposta. Se questa sarà positiva non cambierà niente, con la Fiorentina a lottarsele per un posto in secondo piano nel campionato e a fare qualche bella figura in Europa (non ci scordiamo che il traguardo raggiunto in Champions quest'anno era oltre ogni più logica aspettativa). Se il rapporto Prandlli-Firenze si rompe si starà a vedere, non penso venga sostituito da un Cavasin o da un Agroppi qualunque. Quello che conta è non smantellare la squadra.
Quando di prima mattina gli hanno letto la Gazzetta al telefono, Cesare Prandelli non ci voleva credere. Lì per lì ha pensato a uno scherzo. Poi si è fatto rileggere le parole del padrone della Fiorentina e socio azionista di Rcs (e quindi anche del giornale a cui ha rilasciato l´intervista) e ha pensato per un istante di salutare tutti e tornarsene a Orzinuovi. Quindi si è calmato un po´, ha parlato con qualche amico e ha preso atto della realtà. Lui che si aspettava una telefonata amichevole ha trovato un´intervista gelida su carta color rosa.
Lui che voleva discutere di programmi ha capito che il suo datore di lavoro non ha niente da dirgli e da proporgli. Nessuno gli urla in faccia: se ne vada. Semmai (da tempo)molti gli fanno capire che se è lui ad andarsene è quasi meglio. Certo, Prandelli se lo doveva aspettare. Bastava una partita persa (dopo il Bayern) e la replica del capo era già pronta. Soprattutto dopo quel coro della Fiesole. Quel "Prandelli uno di noi" non è stato troppo gradito e ha accelerato i tempi del contropiede: «Ci metta per iscritto in una letterina che non va alla Juventus», dice Ddv. E poi quella coltellata: «Possiamo anche incontraci, ma non saprei di cosa parlare con lui...».
Insomma, c´è un contratto da rispettare punto e basta. L´idea, secondo alcuni, sarebbe di provare a chiudere il rapporto senza sporcarsi le mani. Basta gettare il dubbio sul "traditore" al tifoso e il tifoso abbandona l´amore fuggiasco in nome del domani che verrà e, nel nostro caso, di una meravigliosa Cittadella viola che arriverà anche quella. O forse no, chissà.
Il concetto è: tutti passano e se ne vanno. La maglia, invece, resta. Vero. E sempre così sarà. Solo che Prandelli non avrebbe nessuna intenzione di tradire, visto che è stato contattato da tempo dalla Federazione, dalla Juventus e da uomini Inter e a tutti ha risposto la stessa cosa: ho un contratto da rispettare e, comunque, prima devo capire qual è l´intenzione della famiglia Della Valle, perché la mia prima opzione è sempre Firenze. Magari restava da capire il senso del progetto aggiornato dal 2010 in poi. Quello del dopo "scudetto 2011", per intenderci. Ma anche su questo punto Ddv è stato chiaro: l´investimento su un giocatore come Ljajic dimostra che il progetto va avanti.
Insomma, per capirci: ma questo allenatore cosa pretende? Lui che tra l´altro guadagna tanto? (E questo potrebbe essere uno dei problemi, perché il tetto ingaggi deve scendere). E magari servirebbe qualcuno più manovrabile, perché il tecnico di Orzinuovi è aziendalista tanto ma zerbino poco. E nemmeno interessato ai giochi dei soliti procuratori che frequentano le bianche stanze della sede. Di sicuro quando la gente ti ama, ti fai più nemici che amici. E questo Prandelli lo ha capito. Solo che lui questo potere carismatico non lo ha mai usato contro la sua società. Sempre dalla parte del suo datore di lavoro, che tra l´altro ha sempre stimato. Certo, le dimissioni di Andrea dalla presidenza per lui hanno rappresentato un colpo basso.
Ma le aziende funzionano così. Ci sono strategie che tu dipendente devi solo rispettare. Solo che questa sembrava una storia diversa dalle altre e tanta freddezza non sembrava far parte del gioco. Chissà. Ieri mattina, dopo aver letto la Gazzetta, Prandelli ha deciso di aspettare la sera e un incontro coi Della Valle. Ma né Andrea né Diego sono venuti a Firenze. La speranza è che il capo supremo e uno dei migliori allenatori escano dai giochini per guardarsi in faccia e prendere una decisione insieme. Se così non sarà si spargerà solo veleno sul finale di una stagione ancora viva e su una storia meravigliosa.
ecco, ora sono pessimista...
Vediamo che succede oggi alle 14, ma tutta questa "ciccia ai'foho" da troppi giorni ormai la s'è bruciata....
e domani prevedo aria tesa al Franchi...
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